giovedì 22 marzo 2012

CONTRIBUTO, GESTIONE, OBIETTIVI. E L'AMBIENTE?

PARTE DUE




Tutti i tipi di imballaggi sono accomunati da un Contributo Ambientale, un contributo oneroso che è dovuto dalle aziende produttrici o importatrici di imballaggi quando l’imballaggio finito passa al primo utilizzatore (che può essere anche un commerciante o distributore) e dalle aziende produttrici di materia prima quando questa viene ceduta a un “autoproduttore” ossia a chi produce l’imballaggio e lo riempie; sono inoltre tenuti al pagamento del contributo anche gli importatori di merci imballate. Attualmente l’importo di questo contributo è pari a 120 euro a tonnellata di imballaggio.
La quantità di imballaggi immessi al consumo è di 2.071.000 tonnellate nel 2010. Di questa quantità il 34,3% è stato riciclato, il 35,9% è destinato a recupero energetico mentre il restante circa 30% è materiale non recuperato. (Corepla, Relazione sulla gestione 2010)
E’ interessante sapere che esattamente la metà (355.000 tonnellate) degli imballaggi che vengono riciclati in Italia viene effettuato dal cosiddetto riciclo indipendente.
I soggetti riciclatori sono aziende private con decine di dipendenti. La maggior parte della forza lavoro è destinata al processo produttivo di selezione, estrusione e produzione di manufatti con plastica riciclata. Buona parte però è impiegata nella ricerca  e sviluppo di nuovi metodi di riciclo e produzione. L’intero settore richiede, infatti, notevoli investimenti per riuscire a riciclare imballaggi sempre più sofisticati.

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