venerdì 7 settembre 2012

L'ITALIA TRA I PEGGIORI NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI

In testa alla classifica ci sono Austria (39 punti), Belgio (34), Danimarca (37), Germania (36), Olanda (39) e Svezia (35), che «Dispongono di sistemi completi di raccolta dei rifiuti, meno del 5% dei quali finisce in discarica. Vantano sistemi di riciclaggio ben sviluppati, una capacità di trattamento sufficiente e buone prestazioni riguardo ai rifiuti biodegradabili. Le politiche di gestione dei rifiuti di tali Paesi sono caratterizzate da una combinazione adeguata di strumenti giuridici, amministrativi ed economici».
La nuova relazione dell'Ue sulla gestione dei rifiuti urbani negli Stati membri evidenzia l'esistenza di profonde differenze nell'Ue. Il rapporto classifica i 27 Stati membri in base a 18 criteri, attribuendo bandiere verdi, arancioni e rosse per voci come totale dei rifiuti riciclati, tariffe dello smaltimento dei rifiuti, violazioni della normativa europea.
Una situazione che si capovolge all'altro estremo della classifica, dove le bandiere verdi scarseggiano. Gli Stati membri che presentano i maggiori deficit di attuazione sono: Bulgaria (8 unti), Cipro (11), Estonia (17), Grecia (3), Italia (ben 9 "rossi", 3 "verdi" e solo 15 punti), Lettonia (9), Lituania (14), Malta (9), Polonia (18), Repubblica ceca (18), Romania (11) e Slovacchia (17), «Con carenze quali politiche deboli o inesistenti di prevenzione dei rifiuti, assenza di incentivi alle alternative al conferimento in discarica e inadeguatezza delle infrastrutture per il trattamento dei rifiuti. Il ricorso massiccio al conferimento in discarica implica il sottoutilizzo sistematico di opzioni migliori di gestione dei rifiuti, quali riutilizzo e riciclaggio: il panorama è invero desolante».
La Commissione si baserà proprio su questo rapporto per stilare tabelle di marcia rivolte ai 10 Stati membri (quindi anche all'Italia) che hanno registrato i risultati peggiori, delle quali discuterà quest'autunno con le autorità nazionali in seminari bilaterali: il primo appuntamento è fissato per il 19 settembre a Praga.
Il commissario Ue all'ambiente, Janez Potočnik, ha concluso: «Il quadro che emerge da quest'esercizio conferma i miei forti timori: molti Stati membri conferiscono ancora quantità ingenti di rifiuti urbani in discarica, che costituisce l'opzione peggiore di gestione dei rifiuti, nonostante la disponibilità di alternative migliori e dei fondi strutturali per finanziarle. Si interrano risorse preziose, si perdono potenziali vantaggi economici, non si crea occupazione nel settore della gestione dei rifiuti e si espongono a rischi la salute umana e l'ambiente: una situazione difficile da difendere nelle circostanze economiche attuali».
Secondo uno studio recente della Commissione, una piena attuazione della legislazione unionale sui rifiuti consentirebbe di risparmiare 72 miliardi di euro l'anno, incrementando di 42 miliardi di euro il fatturato annuo del settore che gestisce i rifiuti e del settore del riciclaggio e creando oltre 400 000 posti di lavoro entro il 2020.
Per citare un esempio in Germania la gestione dei rifiuti urbani e speciali è lasciata al libero mercato attraverso il sistema del Dual System, in cambio di una qualità del servizio, come si evince dal report europeo sopracitato, di gran lunga superiore alla nostra.
Non è però dello stesso avviso l'Anci, autorevole rappresentante delle amministrazioni locali che effettuano la raccolta dei nostri rifiuti, che durante un'intervista dello scorso gennaio, in concomitanza con il Decreto Liberalizzazioni del Governo Monti, difendeva lo status quo di monopolio delle amministrazioni comunali nella gestione dei nostri rifiuti affermando che una liberalizzazione del settore “andrebbe a compromettere la buona funzionalità dell’attuale sistema, che ha fino ad oggi garantito a livello nazionale il raggiungimento degli obiettivi di recupero e riciclo, oltre a permettere di trovare un effettivo sbocco nei mercati del riciclo e del recupero per tutti i rifiuti di imballaggio differenziati con la raccolta dei rifiuti urbani di origine domestica’’.
La nuova relazione dell'Ue sulla gestione dei rifiuti urbani negli Stati membri evidenzia invece come l'Italia non si stia comportando come gli altri Paesi a pari economia, bensì con risultati senza dubbio inferiori nonostante la nostra bolletta continui a lievitare.

Fonte: Greenreport,

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