lunedì 14 gennaio 2013

PLASTICA: SCARTO DEL 30-40% ANCHE IN TRENTINO



Sul territorio trentino, nel 2011, sono stati prodotti mediamente 433,27 chili di rifiuti pro-capite, di cui un quarto (circa 110 chili) conferiti in discarica. Il valore riguardante quest'ultima pratica si ferma quindi al 25%, ottimo risultato se confrontato con la media nazionale, e dato ancora più confortante se lo si accomuna alla tendenza da parte della pubblica amministrazione locale nel prediligere sistemi di recupero (riciclo, termovalorizzazione), all'apporto e allo smaltimento in discarica. Nonostante questi importanti risultati ufficiali in linea con le direttive europee in materia, in provincia di Trento, sia i singoli cittadini che i mezzi di informazione più tradizionali iniziano a chiedersi cosa si celi dietro a quelle cifre che vanno a descrivere la loro raccolta differenziata. Ossia, quanta percentuale di scarto di non riciclabile c'è all'interno del 75% di raccolta differenziata realizzata dal cittadino? A rispondere è l'ingegner Giampaolo Bonmassari direttore generale di Asia (l'azienda di igiene ambientale con sede a Lavis che provvede alla raccolta e smaltimento dei rifiuti): "Per l'umido, carta e vetro, la qualità è accettabile, poiché non riceviamo lamentele o contestazioni dalle piattaforme alle quali smistiamo questi rifiuti. Il problema, invece, c'è per la plastica e gli imballaggi leggeri, poiché la scarsa qualità è un fenomeno cronico che si protrae da anni. La percentuale di scarto varia fra il 30 e il 40%". Ma se il livello medio di scarto non riciclabile sui rifiuti trentini, territorio virtuoso nella gestione dei rifiuti solidi urbani e speciali, registra un così alto valore, che percentuali di scarto possono raggiungere Regioni meno virtuose come Calabria, Campania e Sicilia? (Per un confronto tra regioni si rimanda al seguente link: http://www.albanesi.it/Inchieste/raccolta_differenziata.htm). Come si evolverà la raccolta differenziata in Trentino non lo sa definire neppure lo stesso Bonmassari, che afferma "sarà interessante sapere come varierà la qualità nei prossimi mesi, poiché gli operatori ecologici e gli operai di alcuni Comuni affermano come per loro sia aumentato considerevolmente il lavoro di raccolta dei rifiuti abbandonati e che nei cassonetti della differenziata si notano parecchi rifiuti non riciclabili. Anche se va detto che la gente non ha forse ancora capito come differenziare i rifiuti domestici, se solo si pensa, sul fronte opposto, che anche il secco contiene una buona dose di riciclabile: addirittura il 40%, la stessa percentuale individuata nella differenziata". Dato sbalorditivo, quest'ultimo, se si pensa all'intera macchina burocratica e operativa messa in opera per la gestione dei rifiuti. Una gestione, quest'ultima, che non rispetta i fondamentali dell'economicità con una perdita media di risorse riciclabili del 40%. Risorse, queste, che oltre a non essere immesse nuovamente sul mercato creando ricchezza, diventano dei costi a carico degli organi di gestione, solitamente le pubbliche amministrazioni locali, che non possono fare altro che far ricadere questi oneri sul cittadino di riferimento attraverso tagli di servizi o innalzamento delle imposte.

Rifiuti lasciati ai margini dei cassonetti: inciviltà o risparmio di risorse?
E' forse arrivato il momento di ripensare all'approccio della raccolta differenziata attuale e trasformarlo in una pratica proattiva in cui il cittadino non  rimane un mero suddito pagatore di tasse, bensì un importante protagonista della selezione rifiuti attraverso un incentivo diretto e monetario? Sareste più orgogliosi di fare una raccolta differenziata perfetta in cambio di un incentivo economico oppure accontentarsi di continuare a far perdere risorse utili al nostro pianeta e...al vostro portafoglio? Ad ogni lettore la responsabilità di interpretare le proprie bollette.

Informazione tratta dall'articolo di giornale uscito su "L'Adige", di martedì 18 dicembre 2012 intitolato "Plastica: scarto del 30-40% e c'è chi abbandona rifiuti" (http://www.passo.tn.it/wp-content/uploads/2012/12/passo5.pdf).

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