venerdì 28 giugno 2013

RACCOLTA DIFFERENZIATA, TROPPO CARA ANCHE PER I COMUNI

L'Accordo quadro tra l'Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani) e il CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) , secondo l'Associazione dei Comuni Virtuosi, deve essere rivisto al rialzo. 
Secondo il dossier "Analisi dei risultati ottenuti dal sistema Conai e proposte di modifica dell'accordo" realizzato dalla stessa Associazione, i comuni italiani vertono in una situazione di grave crisi economica e finanziaria causata da un lato dei continui trasferimenti dallo stato e regioni, dall'altro dagli obiettivi correttamente sempre più ambiziosi dell'UE che comportano un livello superiore di investimenti e costi per incrementare i quantitativi di rifiuti da riciclare. Questi servizi hanno evidenziato dei costi importante che, se non compensati da adeguati corrispettivi per vendita di imballaggi, rischiano di ricadere nelle bollette di famiglie e imprese.

Attualmente, in Italia, per ogni imballaggio prodotto e immesso nel mercato viene pagato un contributo ambientale CONAI che dovrebbe essere trasferito ai comuni quando l'imballaggio, passsando per la raccolta differenziata, viene riconsegnato ai consorzi per la messa all'asta. 

Purtroppo delle centinaira di milioni di euro all'anno che vengono incassati dal Sistema Nazionale, sempre secondo il dossier dell'Associazione Comuni Virtuosi, solo poco più di un terzo viene girato ai Comuni e queste risorse spesso non entrano neppure nelle casse comunali poiché vengono in gran parte utilizzate per pagare le piattaforme private che si occupano della selezione dei rifiuti per la definizione della categoria da mettere all'asta. 
Nel 2011 i Comuni avrebbero beneficiato di circa 297 milioni di euro sui 813 milioni di euro incassati dal Sistema CONAI, ossia il 37%. Il resto (circa 2/3) viene trattenuto dai Consorzi per il loro funzionamento e le proprie attività istituzionali. In questo caso va fatto un paragone con il sistema francese in cui gli introiti totali del Consorzio la percentuale girata agli enti locali per rimborsare i costi della raccolta differenziata è pari al 92%, ovvero circa il 70% degli effettivi costi di raccolta sostenuti dalle amministrazioni locali. 
Nel resto d'Europa i contributi versati dalle imprese sono di gran lunga superiori per quasi tutte le tipologie di  materiali per imballaggio e vanno a coprire anche i costi di preselezione. 

L'Associazione dei Comuni Virtuosi, attraverso il suo documento, ha elaborato delle proposte che noi riassumiamo come segue:

1. Contributo Ambientale Conai: innalzamento del contributo che attualmente è quattro volte inferiore rispetto agli altri Paesi europei per far fronte all'incremento dei costi di gestione della raccolta differenziata. L'innalzamento del contributo dovrebbe riguardare solo gli imballaggi non riciclabili. L'aumento del Contributo deve però comportare maggior destinazione delle risorse generate al raccolta differenziata e non ai costi di gestione del CONAI. 

2. Modalità di verifica della qualità del materiale conferito: è necessario che la fase di valutazione qualitativa del rifiuti conferito dei Comuni sia effettuata da un ente terzo in grado di garantire le parti.

3. Eliminare qualsiasi contributo del CONAI destinato all'incenerimento nel rispetto della gerarchia europea sui rifiuti.  

mercoledì 19 giugno 2013

PLASTICS MANUFACTURING TO "MIGRATE BACK" TO UK?

Recycled polymers could help stimulate a return to plastic product manufacturing in the UK. Keith Freegard, director of Salford-based Axion Polymers, asserts that changing attitudes towards sustainability and rising costs for Far Eastern producers will present interesting market opportunities for British businesses.
Branded producers and retailers in the UK have recognised the need to offer customers sustainable products using recycled raw materials from the nation's "well-developed plastics recycling chain", adds Freegard.
Though they have "traditionally struggled to compete against the manufacturing might of Asian producers", he forecasts that this may change by "tapping into the UK's proven plastics recycling infrastructure".
Freegard foresees a "growing trend" for some of the manufacturing activity to "migrate back" to the UK. Now importers are confronted with rising labour prices, higher electricity costs and excessive custom transfers. He adds that this development would result in shorter supply chains and reduced lead times, as well as simpler stock management.

martedì 18 giugno 2013

BANDO DEGLI SHOPPER: ITALIANI VIRTUOSI O ILLUSI?

Riportiamo un estratto di un articolo uscito questa mattina sul portale Polimerica.it. Della notizia non se ne è parlato molto, anzi, per nulla sui numerosi portali economico ambientali italiani. Come a dire che le notizie scomode e poco conformiste non siano gradite a tutta una serie di testate giornalistiche di settore poco obiettive.

La Commissione Europea ha ricevuto dal governo inglese un parere motivato in opposizione alla messa al bando, in Italia, dei sacchetti per la spesa non biodegradabili e compostabili, come previsto dalla legge 28/2012.
Grazie al deposito del parere il termine di pronunciamento da parte della Commissione Europea sulla conformità del decreto interministeriale del 18 marzo 2013 ("Individuazione delle caratteristiche tecniche dei sacchi per l'asporto delle merci") con la Direttiva sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, slitterà a metà del prossimo settembre.
Nel parere inglese - che abbiamo potuto prendere in visione - si legge che il decreto notificato dal Governo italiano alla Commissione è ritenuto, dal Regno Unito e da altri paesi, non conforme con la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, né con il Trattato, dove di parla espressamente di libera circolazione delle merci.
La stessa Commissione Europea - nota il documento -  in passato aveva messo in discussione la proporzionalità delle misure adottate in Italia rispetto ai benefici ambientali, raccomandando di iniziare con interventi volti a modificare il comportamento dei consumatori e leve economiche, confermando l'obbligo degli stati membri di istituire sistemi per la raccolta e riciclo dei rifiuti da imballaggio.
Il parere inglese continua segnalando che la norma italiana impone che i sacchetti usa-e-getta debbano essere biodegradabili, non consentendo la vendita di shopper in plastica riciclabili o altrimenti degradabili; ciò contrasta con l'articolo 18 della direttiva imballaggi, che impone agli stati membri di non ostacolare l’immissione sul mercato di imballaggi che soddisfano le disposizioni contenute nella stessa direttiva.
In particolare, i sacchetti riciclabili, che rispondono pienamente ai requisiti della direttiva (artt. 9 e 11 e nell’Allegato II), non possono essere vietati all'interno della UE. Inoltre, le restrizioni all'importazione violano l'articolo 34 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea.
Non solo: gli inglesi lamentano che non è stata condotta alcuna analisi sugli effetti economici del provvedimento, né studi per valutare se le misure restrittive sono giustificate da benefici ambientali ed economici. Per il Governo inglese si tratta di barriere al commercio che non sembrano apportare benefici economici all'Unione Europea, ma che in compenso hanno già causato danni ad alcune aziende britanniche.
Nel documento si ricorda che nel Libro Verde “Una strategia europea per i rifiuti di plastica nell'ambiente”, la Commissione ha ribadito che questo tema richiede un approccio a livello europeo e che sono allo studio diverse opzioni per ridurre la quantità di sacchetti di plastica in circolazione.
Il parere si conclude con la richiesta di ritirare le misure contenute del decreto o, in alternativa, di fornire evidenze economiche, chiare e convincenti, che giustifichino l’adozione delle misure ai sensi dell’art.114 del Trattato.

lunedì 17 giugno 2013

LIFE: per creare lvoro e competenze

Il progetto "use and re-use" di CPR Cooperativa e "Sun Eagle", della Seconda Università degli studi di Napoli sono gli unici due progetti italiani menzionati ed inseriti all'interno della nuova pubblicazione della Commissione Europea intitolata "LIFE, creating green jobs and skills". 
La pubblicazione ha descritto i principali progetti co-finanziati dal progetto europeo LIFE+ ed è raggiungibile cliccando qui.
Il progetto della società che gestisce CPR system riguarda la realizzazione di imballaggi di plastica green, completamente riutilizzabili, riciclabili, a sponde abbattibili e in grado di consentire un risparmio garantito.


Alcuni prodotti di CPR System

Il progetto SUNEAGLE prevede tre ambiti d'intervento nei quali si integrano, accanto alle azioni di preparazione, di monitoraggio e di comunicazione, azioni di tipo dimostrativo e azioni innovative.


Il logo istituzionale Sun Eagle