venerdì 21 febbraio 2014

INDUSTRIA PLASTICA STATUNITENSE AL TOP

Una recente indagine della SPI (Society of the Plastics Industry) mostra la costante crescita dell'industria statunitense delle materie plastiche dal 2008-2009, mostrando i primi segnali di ripresa fin da subito dopo il periodo di recessione. Nonostante il costante incremento dei quantitativi per l'aumento dell'occupazione, a livello nazionale, si è dovuti attendere il 2013. L'industria di settore è stata pioniera nella ripresa e questi risultati positivi deriverebbero anche dal forte carattere innovativo del comparto e dall'espansione dei suoi orizzonti di mercato, oltre all'avvento del gas naturale che consente un notevole risparmio sulla spesa energetica e sugli approvvigionamenti. Nel 2012 l'industria statunitense delle materie plastiche ha dato lavoro a 892 mila addetti in poco meno di 16 mila stabilimenti, crescendo (dal 1980) dello 0,1% l'anno, risultato migliore di quanto abbia fatto il manifatturiero in genere.
Le esportazioni hanno registrato un valore di oltre 373 miliardi di dollari e il consumo di beni in plastica è aumentato del 5,6% all'anno, passando da 237,6 miliardi di dollari nel 2011 a 251 nel 2012. Messico, Canada e Cina sono i tre principali mercati di destinazione dell'export a stelle e strisce. Gli investimenti in attrezzature e macchinari hanno invece raggiunto i 9,6 miliardi di dollari. A sostegno di tale trend positivo il buon andamento del settore edile (tra i principali utilizzatori di materiali plastici per rivestimenti, pannelli isolanti, infissi ecc.), per cui si prevede nel 2014 l'avvio di oltre 800 mila cantieri residenziali. Infine, molto bene anche il settore auto: per la prima volta dal 2007 quest'anno le vendite di veicoli leggeri supereranno i 16 milioni di unità, grazie agli investimenti in formazione e tecnologia.

POSITIVO TREND PER L'IMBALLAGGIO FLESSIBILE

Un recente studio della società di consulenza Markets and Markets conferma che nel 2012 il mercato mondiale del film e delle lastre polimeriche ha raggiunto un valore di 112,4 miliardi di dollari e le previsioni per il quinquennio 2013-2018 mostrerebbero un incremento annuo del 4,4%.
Film estensibile
Le principali applicazioni sono l'imballaggio alimentare (+5.2%), il film da serra agricolo. Per quanto riguarda i materiali, il PE rimane in assoluto il polimero maggiormente impiegato, mentre il PP (in particolare biorientato) sta lentamente guadagnando quota soprattutto nel comparto del packaging.
In termini geografici, Cina e India sono i principali consumatori di tali manufatti, mentre nei mercati già maturi la crescita della domanda di prodotti standard sembra rallentare, a favore, però, di quelli più performanti come i film barriera e speciali.

giovedì 13 febbraio 2014

CHIMICA VERDE, PASSO IN AVANTI PER IL DISTRETTO DI PORTO MARGHERA

Dopo l'accordo siglato nei giorni scorsi con Elevance Renewable Science, Versalis ha raggiunto un'intesa con le organizzazioni sindacali sull'avvio del progetto di trasformazione per il rilancio del sito di Porto Marghera. Il progetto è parte integrante della strategia di Versalis, che punta a sviluppare nuove iniziative per la chimica verde, e  ottimizzare l'esposizione sulle commodity. In questo contesto, il suo stabilimento a Porto Marghera continua a mantenere una posizione geografica di primo piano, che beneficia della vicinanza con il mercato del Nord Europa e del collegamento integrato con gli altri siti della società a Mantova, Ferrara e Ravenna.

I circa 200 milioni di euro di investimento verranno indirizzati sia all'ottimizzazione dell'impianto di cracking e al riassetto delle utility, con significativi risparmi energetici, sia alle nuove iniziative nella chimica verde. Quest'ultima, di cui l'accordo con Elevance è parte integrante fondamentale, prevede lo sviluppo e l'industrializzazione, con impianti di scala mondiale primi nel loro genere, di una nuova tecnologia per la produzione di bio-intermedi chimici da oli vegetali destinati a settori applicativi ad alto valore aggiunto. Tale programma d'investimento comporta l'arresto per sei mesi del ciclo cracking/aromatici, così da fare fronte all'attuale congiuntura negativa del mercato e ottimizzare il bilancio di materia del sistema industriale Versalis, senza creare impatti sulle produzioni a valle di Mantova, Ferrara e Ravenna.

LIMITI DELLA CHIMICA VERDE:
Bisogna tenere presente però che non è possibile utilizzare le fonti rinnovabili ad un ritmo più veloce rispetto al tempo necessario per la loro rigenerazione: se, per esempio, un qualsiasimateriale plastico venisse ricavato da vegetali e prodotto ad un ritmo più veloce di quanto i vegetali stessi (che in questo caso sono la materia prima) riescano a rinnovarsi, col passare del tempo non si potrebbe più produrre il tal materiale plastico e si perderebbe irrimediabilmente la risorsa vegetale primaria. Altro aspetto da tenere presente è quello di evitare di incentivare lo sviluppo fuori controllo della monocoltura (es.: per la produzione di biodiesel e/o bioetanolo), che può arrecare seri danni agli ecosistemi, agli equilibri biologici e sociali di intere zone del pianeta.
Per far in modo che la Chimica verde e l'utilizzo di fonti rinnovabili continuino ad essere positivi e siano una buona soluzione al problema dell'inquinamento, questi devono andare di pari passo ad una progressiva riduzione dei consumi energetici e di materiali, sia da parte delle industrie che da parte dei consumatori. (Fonte: Wikipedia)

martedì 11 febbraio 2014

FILM BIODEGRADABILE DA PACCIAMATURA

L'azienda italiana che detiene il brevetto Mater-Bi ha presentato al Fruit Logistica di Berlino un telo in bioplastica da utilizzare per la pacciamatura durante la coltivazione delle fragole.
La biodegradabilità certificata e assicurata da Novamont consente di lasciare il telo nel suolo andando ad evitare costi di rimozione e smaltimento; l’attività dei microrganismi provoca la mineralizzazione completa del polimero e la successiva trasformazione in anidride carbonica ed acqua.

Tradizionale telo da pacciamatura

“Questo nuovo telo in Mater-Bi per la pacciamatura della fragola e di altre specie assimilabili rappresenta una vera rivoluzione per una coltura così strategica per l’ortofrutticoltura nazionale ed internazionale - nota Alessandro Ferlito, Responsabile Commerciali di Novamont -. Nasce dallo strenuo lavoro di ricerca nel quale Novamont è costantemente impegnata e che ha permesso negli anni lo sviluppo di prodotti biodegradabili e compostabili altamente innovativi che contribuiscono ad ampliare le opportunità di crescita per un’agricoltura a basso impatto ambientale”. Per ora si parla di innovazione e qualità del prodotto, il mercato poi detterà il prezzo di questo nuovo materiale.

Le minacce al riciclo da parte di questo nuovo materiale

In primo luogo sarà di competenza dei coltivatori andare ad individuare il telo biodegradabile da quello non bio, evitando la raccolta assimilata di telo biodegradabile da quello in plastica tradizionale. In caso contrario una errata selezione alla fonte comporterebbe un maggior grado di contaminazione del materiale che rischierebbe, per ragioni di costi, non essere più gestito dalle aziende di riciclo. In secondo luogo, un materiale "nuovo" biodegradabile, la cui produzione ha necessitato l'impiego di risorse naturali, non potrà più essere recuperato e quindi riciclato e re-introdotto nel mercato dei beni di consumo. Il ciclo di recupero e riutilizzo andrebbe quindi ad interrompersi favorendo invece il circolo "vizioso" dell'usa e getta e non dell'usa e recupera come chiesto dalla Commissione Europea a gran voce a tutti gli Stati Membri.

mercoledì 5 febbraio 2014

UNINDUSTRIA TREVISO CHIEDE LA RIVALUTAZIONE DEGLI IMPEGNI IN MATERIA DI CAMBIAMENTI CLIMATICI

In un territorio a forte indirizzo manifatturiero la confederazione rappresentante la maggior parte delle aziende industriali del trevigiano chiede a gran voce al Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando la rivalutazione degli impegni vincolanti in materia di lotta ai cambiamenti climatici (target 40%), soprattutto senza un preventiva verifica degli impegni che saranno adottati dagli Stati Uniti e dalle economie emergenti (in particolar modo Cina e India nella Conferenza Intergovernativa che si terrà a Parigi nel 2015).

In altri termini, Unindustria Treviso, tra le prime Confindustrie d'Italia per dimensioni e società rappresentate, vede con allarme il provvedimento della Commissione Europea riguardante l'intenzione di innalzare ulteriormente gli impegni vincolanti di riduzione delle emissioni. In questo caso una riduzione delle emissioni di CO2 comporterebbe un venire meno della competitività delle imprese italiane. Questa battaglia contro il provvedimento della Commissione Europea è condivisa da altri Paesi dell'Unione Europea in cui le imprese del territorio hanno dimostrato da tempo una costante attenzione alle tematiche ambientali, compiendo rilevanti investimenti nel ciclo produttivo e nell'offerta di prodotti green. Questo impegno, con l'approvazione del nuovo provvedimento Europeo, verrebbe galvanizzato.

Più nello specifico Confindustria ha illustrato al Ministro i rischi che potrebbero derivare dall'adozione di obiettivi vincolanti su fonti rinnovabili ed efficienza energetica, generando incentivi distorsivi rispetto alla reale efficacia delle singole tecnologie, con gravi impatti sul costo dell'energia elettrica e del gas naturale, penalizzando l'intera catena manifatturiera. 

Fonti: